lunedì 19 dicembre 2011

Sciopero natalizio negli aeroporti

Scioperare per i propri diritti é una delle cose che i francesi sanno indubbiamente fare meglio. Quando si deve scioperare i nostri cugini d'oltralpe sanno scegliere con lucidità i luoghi ed i momenti in cui lo tsunami che lo sciopero stesso genera possa andare ad infastidire il maggior numero di persone possibili ed essere quindi notato e preso sul serio da un grande numero di concittadini.

In Francia tutti hanno capito bene che uno sciopero per essere visibile e preso in considerazione dal governo deve essere fastidioso, creare problemi, generare tensione, e soprattutto che non si deve mai scendere a compromessi troppo facilmente, malgrado il nervosismo che esso genera nelle persone che dello sciopero pagano le conseguenze direttamente.

Ne é esempio lampante in questi ultimi quattro giorni lo sciopero che sta scoinvolgendo alcuni aeroporti francesi ed in particolare quello di Lione, ove gli agenti di sicurezza che si occupano di farci togliere le scarpe e le cinte, di farci aprire le nostre valigie e di verificare che non abbiamo su di noi bottigliette d'acqua potenzialmente pericolose, hanno incrociato le braccia e bloccato tutte le partenze dei voli che in questo periodo dell'anno sono principalmente utilizzati dalle persone per tornare a passare un sereno Natale con le proprie famiglie.

Da italiano trovo uno sciopero di questo tipo inaccettabile. Non mi salterebbe mai in mente di rovinare le vacanze di Natale degli altri per far valere i miei diritti o per avere uno stipendio migliore. Probabilmente avrei scelto un altro momento dell'anno. Ma non il Natale.

Eppure qui in Francia é proprio questo il periodo che quelli della Brinks Security hanno scelto per protestare contro le loro condizioni di lavoro. Ed é forse proprio perché hanno scelto questo periodo che otterranno quello che chiedono. Ed é forse anche per questo che le condizioni di lavoro in Francia sono migliori rispetto all'Italia e che gli stipendi sono decisamente più alti, anche per le classi sociali più basse che fanno lavori che in Italia sono molto mal retribuiti: il francese medio sa quello che vuole, é intransigente e per niente al mondo si limita ad accettare fatalisitcamente delle condizioni di vita che non lo soddisfano.

Invidio questo spirito combattivo. Invidio anche i risultati che riescono ad ottenere. Ogni sciopero é vissuto dai francesi come una piccola rivoluzione francese, e, in quanto tale non finisce finché non c'é pane per tutti e qualche testa é stata mozzata. Questa si che é una democrazia.

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